Le 'Curiosità al Museo Leone', una nuova rubrica mensile nella quale la nostra volontaria del servizio civile universale, Giovanna, vi illustrerà tecniche, storia e definizioni di opere esposte all’interno del museo.
Le Curiosità saranno accompagnate da piccole GIF che animeranno l'opera selezionata.
Seguite Giovanna ogni ultimo giovedì del mese!
A PRESTISSISSIMO!
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GIOVEDI' 30 SETTEMBRE
LEKYTHOS:
vaso per oli e profumi, utilizzato spesso in formato piccolo dagli atleti.
CURIOSITÁ:
ceramica campana a figure rosse, con sovradipintura in bianco del IV secolo a.C.
Nei vasi a figure rosse, il pittore stendeva lo sfondo, vi schizzava le figure col punteruolo delineandone poi i contorni e dettagli a vernice in rilievo, riverniciava infine lo sfondo, risparmiando unicamente le figure. La cottura avveniva in tre fasi, tutte fra gli 800 e i 1000 gradi di temperatura.
La prima fase serviva a fornire all’argilla un uniforme color rosso brillante.
La seconda fase (senza ossigeno) serviva a colorare in nero indistintamente tutte le parti dipinte.
La terza fase (di nuovo con ossigeno) serviva a riportare in rosso le zone dipinte in modo meno spesso.
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GIOVEDì 28 OTTOBRE
G. P. Verbruggen, Madonna con Bambino entro corona di fiori, seconda metà del XVII secolo
CURIOSITA’:
i ‘dipinti a ghirlande’ sono una specifica tipologia di natura morta dipinta per la prima volta nel XVII secolo ad Anversa da Jan Brueghel il Vecchio;
nascono solitamente da collaborazioni tra artisti di figura e pittori di natura morta; spesso questi ultimi dipingono le ghirlande di fiori e frutta e solo in un secondo momento l’artista di figura inserisce immagini devozionali, scene sacre o in alternativa scene mitologiche.
'Madonna con Bambino entro corona di fiori’ presenta un fondo scuro da cui emerge la ghirlanda di fiori, molto ricca di dettagli, con una straordinaria adesione al vero.
La composizione è suddivisa in cinque gruppi floreali: tre piccoli mazzolini di fiori nella parte inferiore, due nella zona superiore, tra i quali si inserisce una rappresentazione di Madonna con Bambino sormontata da puttini alati, incorniciati da tendaggi appena percepibili alla vista. Le dimensioni delle figure centrali sono chiaramente sproporzionate rispetto alla maestosità della ghirlanda floreale, che perde la sua funzione di valorizzazione della figura sacra, per diventare protagonista dell’opera.
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GIOVEDì 25 NOVEMBRE
Nell’atrio di Palazzo Langosco trova collocazione il portale proveniente dall’Ospedale Maggiore scolpito con le figure della Prudenza, della Fortezza, della Temperanza, e della Giustizia, opera del 1590 di Giovanni Pietro Sali.
Curiosità:
Le Virtù Cardinali e i loro simboli
Quattro virtù hanno funzione di « cardine ». Per questo sono dette « cardinali » tutte le altre si raggruppano attorno ad esse. Le Virtù Cardinali sono: la Prudenza, la Giustizia, la Fortezza e la Temperanza. Vediamo ora che simbolo è legato a ciascuna delle quattro virtù cardinali nella storia dell’arte:
Prudenza
La Prudenza è la virtù che permette di scegliere i mezzi adeguati per seguire il bene e vincere il male. Questa scelta viene compiuta innumerevoli volte nel corso della vita, e in mezzo ad ogni tipo di circostanze.
All’interno del portale vediamo la personificazione della Prudenza che sorregge nella mano destra uno specchio e sul braccio sinistro un serpente che si attorciglia. Lo specchio simboleggia l’attenzione che è necessaria possedere per difendersi dal male, e per guardarsi le spalle dalla minaccia rappresentata dal serpente.
Giustizia
La giustizia è la virtù che porta a dare a ciascuno ciò che gli è dovuto, compresi a noi stessi. La Giustizia è rappresentata con una spada puntata a terra impugnata dalla mano destra ed una bilancia nella mano sinistra. La spada si riferisce alla giustizia umana, alla forza ed al potere che la Giustizia stessa deve possedere per far rispettare il proprio giudizio; insieme alla spada infatti è possibile notare come la donna che rappresenta la Giustizia indossi un’armatura; mentre la bilancia rappresenta la giustizia naturale, sempre in equilibrio e sempre in equità.
Fortezza
È la virtù che ci dota di sicurezza in ciò che facciamo, soprattutto nelle difficoltà e nelle avversità, al fine di superare gli ostacoli nella vita. L’allegoria della Fortezza è rappresentata da una donna che senza alcun cenno di sforzo sorregge una colonna. La colonna è la parte più importante di un edificio, lo sostiene. Per questo motivo la
colonna diventa simbolicamente la forza interiore che emerge davanti alle difficoltà che vengono affrontate con coraggio.
Temperanza
La temperanza ci insegna che per l’uso di ogni bene esistono un tempo giusto, un contesto proprio e una quantità adeguata. È chiamata anche “moderazione” o “sobrietà”. La Temperanza è rappresentata da una giovane donna, calma e composta intenta a versare dell’acqua. L’acqua diventa così il simbolo della purezza e della semplicità; inoltre, spesso l’acqua versata dalla Temperanza stempera una coppa di vino, che simboleggia quindi gli eccessi. Vino e acqua sono i due simboli dei concetti antitetici di sobrietà e smoderatezza.
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GIOVEDì 30 DICEMBRE
F. X. Avelli, piatto, maiolica dipinta, con iscrizione, 1530-1540
Il piatto istoriato rappresenta Atena e Poseidone che si contendono l’Attica. Sul verso è dipinta in nero un' iscrizione con su scritto ‘Faula / Di la dotta Minerva e / di Nettuno. Fra (n ) cesco Xa (n ) to A:R / pi (nx) it Urbino’.
Lo stile istoriato si diffonde nel primo decennio del ‘ 500 e viene caratterizzato da decorazioni che adornano l’intera superficie del piatto (o di altri oggetti ceramici). Le scene sono spesso di natura mitologica, storica o letteraria, solitamente ispirata a modelli raffaelleschi.
Le decorazioni pittoriche vengono realizzate tramite composizioni figurative, paesaggistiche e architettoniche molto ricche.
Per la maiolica di Atena e Poseidone l’autore utilizza come modelli due stampe. Per la figura della dea Minerva si serve dell’incisione di Marcantonio Raimondi ‘Il martirio di San Lorenzo’ tramite disegno di Bandinelli. La figura del dio Poseidone deriva dalla rappresentazione di un uomo che rincorre una Naiade incisa da Marco Dente.
Il mito della contesa dell’Attica tra Atena e Poseidone, narra che durante il regno di Cecrope, la dea Atena e Poseidone, fratello del dio Zeus, si sfidassero per il patronato dell’Attica e avrebbe vinto chi avesse creato il dono più gradito agli abitanti della regione. Poseidone quindi donò un cavallo colpendo la terra con il tridente, un animale nobile, veloce e possente in battaglia. Atena invece grazie alla sua lancia fece germogliare una piccola pianta che crescendo iniziò a far nascere foglie d’argento e bacche scure. Questa era la pianta chiamata ulivo, la pianta più nobile dell’intera costa del Mediterraneo poiché dalle sue bacche scure, chiamate olive, si ricava l’olio d’oliva, uno dei prodotti più preziosi della terra al tempo degli antichi. La contesa quindi viene vinta dalla dea nel clamore degli abitanti, che edificarono in suo onore un santuario sull’Acropoli di Atene.
CURIOSITA’: la maiolica è una tipologia di ceramica ed è un prodotto ottenuto da argilla colorata in modo vario a causa della presenza di ossidi nella pasta. Il biscotto viene rivestito da uno smalto coprente che permette di dipingere la superficie con pigmenti resistenti ad una cottura secondaria. Alcuni tipi di colori non supportano le alte temperature e per questo motivo sono necessari passaggi successivi in forno con temperature più basse, ovvero ‘a terzo fuoco’.
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GIOVEDì 27 GENNAIO
CURIOSITA’: All’interno del loggiato che collega le sale di Palazzo Langosco al piano nobile è esposta la collezione di arte contemporanea donata da Giorgio Sambonet nel 2007 al Museo Leone.
Giorgio Sambonet è nato a Vercelli nell’aprile del 1924.
Incomincia a viaggiare per rappresentare la ditta d’argenteria di famiglia e questo lo porta a diventare fotoreporter per la rivista d ’arte Pirelli.
La sua prima mostra personale è ad Atlanta, presso la Rizzoli Art Gallery. Esordisce a Vercelli con una sua antologica nel 1980. Giorgio Sambonet dimostra avere una mente brillante, irriverente, quanto sensibile, che lo porta a scrivere bellissime poesie oltre che a dipingere. Il percorso artistico di Giorgio Sambonet è mutevole, di fatto sperimenta numerose tecniche, dovute alla necessità di esprimere in modo immediato le sensazioni provocate dal soggetto da raffigurare. La sua arte diventa strumento d’ espressione, mai fine a se stessa, ma sempre rivolta ad uno scopo. Egli afferma “se vuoi dipingere il mare, devi essere il mare”. Le opere esposte al Museo Leone erano state precedentemente esposte all’interno di una mostra antologica delle opere di Giorgio Sambonet chiamata ‘Il cammino di un Uomo’, declinata poi in tre parti espositive distinte corrispondenti ai tre musei vercellesi, Museo. Leone, Museo Borgogna e Museo del Tesoro del Duomo
Giorgio Sambonet racconta tramite le sue opere la storia e la sofferenza della sua terra, che tanto ha amato, ma è stata tanto maltrattata. A questo punto Sambonet ‘ arma le sue mani’ e incomincia a colpire, segnare, incidere, tagliare in piena libertà di movimento cercando di attuare in questo modo una denuncia sociale.
A tal proposito Giorgio Sambonet dona al Museo Leone una sezione di sue opere che narrano lo stretto e profondo legame dell’autore con la terra natia, ovvero la iridescente terra delle risaie. Il sentimento che lega Sambonet alle risaie e a Vercelli è certamente l’amore. Con le sue opere mette in evidenza la storia della città, dall’ antico passato al presente.
Molte tele donate al Museo Leone, nello specifico cinque tele appartengono alla stagione compositiva di fine anni ‘70, periodo in cui cambia il suo moto artistico per approcciarsi alla sperimentazione di nuove tecniche e materiali. I colori e le varianti cromatiche sono decisamente più solari e dense, abbondando con la stesura del color oro. Accanto all’oro vengono accostate nuove tinte forti quali il giallo, il rosso cupo, il verde acido e petrolio e le tonalità varie del blu. I colori sono ad olio e creano l’illusione fotografica e spesso simbolica del paesaggio natio, mediante la pennellata fluida e morbida. Questo paesaggio sembra a tratti contaminato in alcune tele, pur rimanendo geometricamente realistico, ma creando l’apparente appartenenza ad un mondo non terreno.
Ed ora un elenco delle opere esposte nel Museo Leone:
-Idoletto Etrusco, tecnica mista, 1984
-Ritratto di Acisio, sacerdote lunare, olio su compensato, 1991
-Fiat Lux, tecnica mista, trielina e colori ad olio, 1984
-La nascita della Vita, olio su compensato, 1978
-Fuoco Celtico, tecnica mista, base colori ad olio su tela, 1978
-Risaia d’inverno, olio su compensato, 1978
-Risaia nucleare, olio su compensato, 1978
-Il latrato di Hades, olio su compensato, 1978
-Africa nera, inchiostro di china su carta Fabriano lavorata a mano, 1982