Fabbrica di cioccolato
Trovare un biglietto dorato dentro una tavoletta di cioccolato “Wonka” e vincere l’opportunità di poter scoprire l’intimo mistero che si cela all’interno della fabbrica è una fortuna riservata a pochi: AugustusGloop, un bambino molto goloso, Veruca Salt, una ragazzina molto viziata dal padre, Violetta Beauregarde, campionessa mondiale di masticazione di gomme, Mike Tivù, un ragazzo molto appassionato di televisione e videogiochi, e infine Charlie Bucket, un ragazzino molto povero ma dall’animo buono e umile.
Cinque bambini dalle esigenze e caratteristiche disparate, molto diversi tra loro, con una passione sfrenata per le tavolette di cioccolato “ Wonka” verranno catapultati nella realtà utopica della Fabbrica di cioccolato del famoso cioccolatiere, Willy Wonka!
Nel romanzo vengono descritte dettagliatamente diverse stanze della fabbrica, dalle funzioni più disparate: è presente una stanza del cioccolato con fiumi, casette, prato e alberi dolci commestibili; una stanza delle invenzioni, dove ci sono tutti i dolciumi da provare e perfezionare; una stanza in cui dalle pubblicità televisive si possono afferrare varie tipologie di pietanze, e infine una stanza in cui laboriosi scoiattoli sgusciano nocciole.
Una fabbrica enorme e dall’aspetto,a tratti fantascientifico che si discosta molto dall’idea standard di farmacia che abbiamo tutti in mente. Ma pensiamo nel Settecento periodo in cui le figure dello speziale e del medico andavano di pari passo, quando tutti i medicamenti venivano preparati a mano con elementi naturali, mischiati tra di loro molto spesso in maniera empirica, un po’ come il signor Wonka fa con le sue sperimentazioni in campo cioccolatiero.
Un esempio caratteristico è l’opera pittorica attribuita ad Antonio Mayerle (Praga 1710 – Vercelli 1782), presente in Palazzo Langosco. Questa tavola della seconda metà del XVIII secolo, presenta una vivace e rara descrizione di interno di una farmacia del ‘700, con il suo corredo di vasi, barattoli e strumenti, dove diversi personaggi sono intenti chi alla preparazione, chi alla vendita e chi all’acquisto di svariati medicamenti. Da notare gli albarelli ordinati sugli scaffali sullo sfondo, cioè vasetti cilindrici dalla bocca ampia e senza coperchio riconducibili alla forma degli imballaggi in bambù con i quali venivano trasportate le droghe dall’Oriente, e colmi di ogni tipo di sostanza, tra le quali anche il cacao.
L’importanza del cioccolato in campo farmaceutico, è legata alle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie dei polifenoli che vi sono contenuti e che, abbassando l’ipertensione arteriosa, riducono la depressione.
Mangiare cioccolato rende più felici e giovani, questo è comprovato, e Willy Wonka lo sapeva benissimo, ma l’avranno saputo anche gli speziali del Settecento? Avranno utilizzato il cioccolato per altri scopi oppure anche loro, come i cinque bambini del romanzo, ne erano ghiotti a tal punto che ne facevano un uso spasmodico che li portava a patire più che a giovarne?