Il piccolo Principe

Il romanzo “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint Exupèry, è un racconto per bambini, ma molto apprezzato anche dagli adulti, perché tratta temi rilevanti della vitacon toni semplici e spensierati.

Tutto inizia così: "Mi disegni una pecora?". Un bambino al centro del deserto del Sahara, si materializza quasi come un fantasma, ponendo questa domanda ad un pilota di aerei precipitato con il suo mezzo.  Poco per volta fanno amicizia, ed il bambino dice di essere il principe di un lontano asteroide, sul quale abitano soltanto lui, tre vulcani, di cui uno inattivo, e una piccola rosa, molto vanitosa, che lui cura e ama. Il Piccolo Principe, proveniente dall'asteroide B-612, aveva bisogno di una pecora per farle divorare gli arbusti di baobab prima che crescessero e soffocassero il suo pianeta.

Il Piccolo Principe racconta che, viaggiando nello spazio visitando i pianeti dall'asteroide 325 al 330, ha conosciuto diversi personaggi strani che gli hanno insegnato molte cose.
Per ultimo incontra un geografo che sta seduto alla sua scrivania ma non ha idea di come sia fatto il suo pianeta, perché non dispone di esploratori da mandare in avanscoperta.
Proprio quest’ uomo consiglia al Piccolo Principe di visitare la Terra, sulla quale il protagonista giunge, con grande stupore per le dimensioni e per la quantità di persone.

Proprio sulla Terra, all’interno della biblioteca di Camillo Leone, il Piccolo Principe avrebbe trovato le giuste informazioni per poter salvare il suo asteroide studiando un’opera di astronomia tra le più famose del ‘500.
Incarnando tutti i dettagli del Sistema Geocentrico Tolemaico, (la Terra che è posta al centro dell’universo mentre tutti gli altri corpi celesti ruoterebbero intorno ad essa), il testo “Astronomicum Caesareum” (1540 ) di Petrus Apianus è, dal punto di vista figurativo, il capolavoro della letteratura astronomica cinquecentesca. L’opera presenta una ricca serie di volvelle o “equatoria”, cioè strumenti costituiti da dischi di carta figurati (opera del disegnatore Michael Ostendorfer) sovrapposti e rotanti che, con l’ausilio di fili, servono sia a calcolare e prevedere le posizioni dei pianeti nell’universo, sia a poterli ritrovare all’interno dello zodiaco.
L’opera è composta da tavole illustrate e volvelle delle quarantotto costellazioni che nel Cinquecento erano conosciute, accurate descrizioni e classificazioni delle stelle con la loro ripartizione nella fascia settentrionale, zodiacale e australe, e infine la descrizione degli strumenti più utilizzati per l’osservazione e il calcolo astronomico e astrologico.
Il testo risulta ricco di spunti creativi, nonostante l’erronea convinzione perpetrata all’interno del Sistema Tolemaico in toto.

Forse il Piccolo Principe, avrebbe potuto studiare questo scritto, se non per trovare una soluzione al suo problema, solo per riuscire a tornare a casa, sul suo asteroide, ma come in ogni libro per bambini che si rispetti, la soluzione sembra sempre arrivare quando meno ci si aspetta.

Dopo aver ascoltato tutto il racconto del Piccolo Principe, il pilota non è riuscito a riparare l'aereo e ha terminato la scorta d'acqua, andando alla ricerca di un pozzo però il principe si imbatte  nel serpenteche, durante il loro primo incontro, gli aveva confidato di avere la capacità di portare chiunque molto lontanoe, quindi, di riportarlo a casa, sul suo piccolo pianeta. Il Piccolo Principe, consapevole di aver "addomesticato" il pilota, sa di dargli un dispiacere e allora lo invita a guardare il cielo e a ricordarsi di lui ogni qual volta osserva le stelle. Detto questo il serpente lo morde alla caviglia e il piccolo principe cade esanime sulla sabbia.
L'indomani il pilota vede che il corpo del bambino è sparito; così immagina che il piccolo principe sia riuscito a raggiungere il suo pianeta e a prendersi cura della sua amata rosa.
Ogni avvenimento ha una sua conclusione, non sempre quella che tutti sperano. Il Piccolo Principe sarà davvero ritornato sul suo asteroide o invece è solo sparito ancora alla ricerca di una soluzione per la salvezza planetaria…chissà se il pilota se lo è mai chiesto!?