RETROVISION

Bentornati con il nostro appuntamento per il progetto Retrovision. Il Natale è alle porte e ci ha suggerito di proporvi un cartone natalizio: “Canto di Natale” del 1983 con la regia di Burny Mattinson, ritrovando in questo collegamenti con ambienti e arredi di Palazzo Langosco, l’edificio settecentesco parte del Museo Leone.

Cogliamo l'occasione per ringraziare chiunque abbia deciso di seguire o seguirà i nostri approfondimenti perché, con questa uscita, il nostro progetto Retrovision giungerà al termine, ma sono già pronte altre novità per non lasciarvi soli durante le feste natalizie.

Il film è un adattamento del romanzo “Canto di Natale” di Charles Dickens del 1843.
Nel film Disney l’austero e avido nonché sprezzante Scrooge è impersonato da Paperon de Paperoni, il quale non lesina di far lavorare Bob Cratchit (Topolino) anche durante il giorno di Natale. Paperon de Paperoni pensa solo al denaro che ha guadagnato e a farne di più. Nel racconto Scrooge incontra lo spirito del suo ex socio in affari Jacob Marley (Pippo) ormai defunto che lo ammonisce per la sua esistenza senza carità e senza gioia, legata solamente al lavoro e allo sfruttamento dei suoi sottoposti e lo avverte che se non cambierà farà la sua stessa fine.
Il principio di fondo della trama riguarda la felicità: essa non è frutto del denaro, del successo, delle cose materiali, bensì dell'amore, dell'amicizia, degli affetti che ognuno di noi ha o che intende costruire. Una preziosa lezione di vita.
Una storia scritta più di 160 anni fa che continua a essere raccontata ai bambini come monito ma che forse andrebbe narrata maggiormente agli adulti.
Va inoltre sicuramente segnalata la critica della società dell'epoca presente nel romanzo di Dickens, che il regista trasporta e adatta perfettamente ai giorni nostri.
Si sa che Natale è anche periodo di spese, regali, momenti passati assieme ai più cari ed è proprio per questo che è stato scelto come background temporale per esprimere un pensiero così importante.

Il vecchio e avaro Scrooge vive in una grande casa sfarzosa, che possiamo paragonare a Palazzo Langosco, edificio tardo-barocco costruito nel 1742, che Camillo Leone ereditò nel 1871 e dove visse per gli ultimi trent’anni della sua vita. Il Palazzo fu realizzato nel 1742 come dimora per i Conti Langosco di Stroppiana da Gioachino Ignazio e ancora oggi vi si possono ammirare soffitti affrescati con motivi floreali o scene mitologiche e allegoriche. Oggi vi sono ospitate le collezioni delle cosiddette “arti minori”, che comprendono armi, filigrane, dipinti, ceramiche dipinte e vetri. Anche alcune sale presentano una forte somiglianza con lo scenario del racconto, in particolare, quando Scrooge riceve la visita dei tre fantasmi del Natale in camera sua, dove possiamo notare un camino ampio e imponente sormontato da un orologio (https://youtu.be/Pdilofl6NhQ).
Anche la Sala del Settecento di Palazzo Langosco ha un grosso camino con sopra un orologio da mensola realizzato in legno laccato e di manifattura francese. Il camino non aveva solo la funzione pratica di riscaldare, ma in questo caso anche decorativa. Lo stile è comunque semplice, caratterizzato da linee dritte che gli danno un aspetto elegante. Sopra il camino troviamo anche una specchiera in legno dorato e un dipinto che raffigura una scena mitologica.
Infine, altra opera delle collezioni museali che può fornire un collegamento con il film è senza dubbio lo scrittoio presente nella Sala dei vetri. L’aiutante di Scrooge, Bob Cratchit, viene raffigurato spesso intento a scrivere e a fare conti seduto ad uno scrittoio, però molto meno sfarzoso e decorato di quello presente in Museo (https://youtu.be/eb6wsm4LNA). Questo mobile è realizzato in legno di noce decorato con intarsi in ottone e argento ed è databile con precisione, grazie a un’iscrizione, all’anno 1834.