La guazza
Guazza
serie di 37 spadini montati su treccia di lana nera, spuntone e fiocco rosso
manifattura piemontese o lombarda, seconda metà del XIX secolo, argento e seta
La guazza, chiamata anche sperada o speronada, raggiera, corona, giron a seconda delle zone, ha una tradizione molto antica e di origine popolare, documentata solamente a partire dai primi decenni del XIX secolo. Il suo uso si diffonde nel momento in cui anche le donne del popolo iniziano a mostrarsi in pubblico col capo scoperto. In una società in cui la donna passava direttamente dall’autorità del padre a quella maritale, la sperada, con gli orecchini della festa e la fede d’argento era l’unica proprietà personale e indicava la condizione sociale, civile e i rapporti familiari di una ragazza. Molte antiche guazze realizzate prima del XX secolo furono date come pegno alla Patria per le esose spese della Prima Guerra Mondiale. Come era composta?
1. Sponton: spillone di metallo lungo circa 20 cm con 2 grosse capocchie ovali alle estremità. Serviva per appuntare al capo le trecce. Spesso regalato dai genitori alle ragazzine al momento dello sviluppo o per la Prima Comunione, indicava lo stato libero “da marito” .
2.Spadit e/o cugialit : spilloni che si aggiungevano allo sponton. Solitamente il loro numero era pari agli anni della sposa e poteva aumentare fino ad un massimo di 47 pezzi per un peso di circa 6 kg.
Le donne dovevano dormire con uno speciale cuscino di sostegno di paglia per evitare che si rovinasse la “montatura”, poichè veniva rinnovata più o meno una volta al mese.