La strada romana
Una parte del Salone Romano che colpisce sempre i visitatori, adulti o bambini che siano, è quella della seconda nicchia a destra, nella quale si trova la ricostruzione di un tratto stradale extraurbano di età romana con otto miliari in pietra provenienti dal territorio.
Questo caratteristico allestimento acquista fascino se contestualizzato nel momento della nascita di questo spazio museale, il 1939, quando il Museo Leone fu sede dell’esposizione “Vercelli e la sua provincia dalla Romanità al Fascismo” inaugurata nel mese di maggio di quell’anno da Benito Mussolini. Tra gli obiettivi della mostra vi era quello di contribuire a rielaborare la storia della Transpadana da un punto di vista italiano, ossia minimizzare l’influenza gallica e individuare nell’acquisizione della cittadinanza romana dell’Italia settentrionale il momento decisivo per lo sviluppo dell’Impero Romano. L’ostentata continuità tra romanità e fascismo era inoltre elemento caratterizzante della retorica dell’epoca e culminante a Vercelli proprio nell’allestimento del Salone Romano dove l’importanza della Vercelli romana viene esaltata come prefigurazione della grandezza della rinata provincia fascista.
L’esposizione ricalca sia dal punto di vista ideologico che da quello museografico la grandiosa “Mostra Augustea della Romanità” (Roma 1937) e questa nicchia in particolare, con il tratto stradale, ricalca l’analoga sala XXXV della Mostra Augustea.
Si potrebbe considerare curiosa la scelta di dare tanto spazio alle strade sebbene siano uno dei tratti distintivi dell’ingegneria romana. Ma le strade rappresentavano molto di più: erano elemento distintivo della civiltà, espressione del potere dell’impero, segno di conquista ma allo stesso tempo simbolo della nuova vantaggiosa efficiente organizzazione dello stato. La strada dava (e dà) un senso di sicurezza, di efficienza, di presenza dello stato, tutti valori e simboli che ben si adattavano anche alla propaganda del 1939.
Al Museo Leone però quello che spesso colpisce è la prospettiva insolita con la quale viene rappresentata l’Italia con l’indicazione delle antiche strade consolari. Qui, significativamente a ribadire la centralità della Transpadana, la nostra penisola è raffigurata ribaltata, con la regione padana in basso, e decisamente ingrandita nelle proporzioni rispetto al meridione. Una penisola italica dipinta in prospettiva come la si potrebbe vedere da Vercelli, a sottolineare come il territorio padano costituisse un ingresso privilegiato alla penisola in epoca romana e potesse ancora svolgere lo stesso ruolo nella romanità nuova.