#iorestoacasa19

Iside lactans


Statuetta raffigurante la dea Iside che allatta Horus
Nuovo Regno-Epoca Tarda
Legno di sicomoro con tracce di colore
Provenienza sconosciuta

La statuetta rappresenta Iside, seduta su di un trono, intenta ad allattare il figlio Horus. Con la mano destra porge il seno, mentre con il braccio sinistro sostiene il bambino, seduto sulle ginocchia, con le braccia lungo i fianchi. Iside indossa una parrucca tripartita sulla quale è appoggiata l’acconciatura hatorica che la assimila alla dea Hathor. Il corpo è avvolto in una tunica, che arriva fino ai seni, lasciandoli scoperti. La statuetta presenta ancora la colorazione originale: la pelle è rossa, gli occhi neri sottolineati dal kohl, la parrucca azzurra, la veste bianca con decorazione a pallini rossi, il disco solare rosso, le corna nere. Si tratta di un’iconografia ben nota, definita comunemente Iside Lactans, che ha sicuramente influenzato l’iconografia proto cristiana della Madonna che allatta il bambino.
La dea Iside è forse, con il fratello-marito Osiride, tra le divinità più note dell’Antico Egitto. Così era anche in Epoca Tarda, quando il suo culto superò i confini dell’Egitto e si diffuse in tutto il mondo antico. Fu il suo tempio a File, vicino ad Assuan, l’ultimo ad essere chiuso nel VI sec. d.C. e fu trasformato in chiesa cristiana nel 537 d.C. per volere dell’imperatore Giustiniano. Templi in suo onore sono eretti a Roma e Apuleio descrive la cerimonia di iniziazione ai culti misterici di Iside nelle Metamorfosi.
Incarna le virtù della moglie e della madre perché sposa e sorella del grande Osiride, madre di Horus e quindi madre divina del faraone, che era l’incarnazione terrena di Horus. Ma è anche dea funeraria, che assiste la sorella Nefti durante l’imbalsamazione dei defunti (ciò deriva dalle cure dedicate al marito defunto, sconfitto da Seth nella lotta mitologica per il trono d’Egitto) e “la grande maga”, invocata per proteggere e talvolta curare malattie.