La Madonna degli Infermi
E’ proprio di questi giorni la notizia che l’arcivescovo di Vercelli Marco Arnolfo, visto il terribile momento che la nostra città sta vivendo a causa del coronavirus, ha deciso di spostare il dipinto della “Madonna degli Infermi” (fine XVI - inizi XVII secolo) dal santuario omonimo, all’interno della chiesa di S. Bernardo, alla cappella dell’ospedale di S. Andrea, come conforto ai malati e agli operatori sanitari.
Nell’immagine che pubblichiamo oggi, proveniente dall’Archivio Fotografico dell’Istituto di Belle Arti e scattata intorno al 1944, si vede il santo dipinto portato in processione nel momento del passaggio da via Galileo Ferraris. Il culto della Madonna degli Infermi risale al 1630 quando a Vercelli imperversava la peste che Manzoni descrisse nel suo capolavoro. Il contagio iniziò sul principio di marzo e durò fino a giugno. In quel periodo le autorità decisero la chiusura totale della città, l’interruzione dei commerci e delle relazioni sociali; i cittadini che non avessero rispettato la quarantena rischiavano, come dicono le fonti, di essere «flagellati, bastonati, incarcerati, inferriati» e, nel caso, condannati a morte. Per scampare al contagio i parrocchiani di S. Bernardo fecero voto alla Madonna il 19 maggio, promettendo, tra le altre pratiche devozionali, di abbellire la cappella a lei dedicata risalente al XIV secolo. Dopo il voto i parrocchiani furono miracolosamente salvati dal contagio e la notizia si sparse velocemente in città, tanto che la Madonna di S. Bernardo iniziò ad essere invocata come “Liberatrice” o “Salute degli infermi” e in tutta la città vi furono 1300 vittime, un numero all’epoca considerato esiguo. Un ulteriore intervento salvifico si ebbe nel 1835, quando la Madonna degli Infermi protesse la città da un’epidemia di colera che flagellava il Piemonte.