Federico Mella
Indubbiamente quindi il Museo, dal nome del benemerito Camillo Leone intitolato, varrà a conservarne integra la memoria attraverso i secoli sino ai più tardi nipoti vercellesi.
Con tali parole Federico Arborio Mella (1838-1921) esprime nel 1° volume di “Illustrazioni e cataloghi” del Museo Leone (1910), l’idea di eternità che avrebbe legato il nome dell’amico Camillo alla sua città e ai suoi concittadini. Federico, figlio del conte Edoardo, architetto e restauratore, si era laureato in giurisprudenza, fu Regio Ispettore per i Monumenti e gli Scavi di Antichità e, dal 1901, direttore dell’Istituto di Belle Arti di Vercelli; fu proprio in virtù di questo suo ruolo che guidò un’équipe di studiosi di alto livello del mondo della cultura che esaminarono, studiarono e predisposero un allestimento delle collezioni di Leone, preparando il terreno a quello che sarebbe stato il successivo lavoro di Vittorio Viale e aprendo per la prima volta il Museo Leone al pubblico nel 1910, a soli 3 anni dalla morte del suo fondatore.